Centro termale e benessere a Roma
“Chiare, fresche e dolci acque.”
Così recitano i versi di Francesco Petrarca ispirati al fiume Sorgue, in Francia, ma perfettamente adattabili alle Acque Albule delle Terme di Roma, così chiamate perché lattiginose a causa dell’alta concentrazione di zolfo, che crea in superficie una emulsione liberando anidride carbonica ed idrogeno solforato. Le origine delle terme sono riconducibili già ai tempi dell'imperatore Augusto e sono state menzionate da scrittori latini quali Plinio Secondo il Vecchio e Virgilio nell’Eneide.
Le Acque Albule sono di tipo sulfureo, ipotermale. Esse scaturiscono, ad una temperatura di 23°, dai due laghi Regina e Colonnelle, a nord della via Tiburtina. La presenza dello zolfo, potente antibatterico naturale con un importante effetto antinfiammatorio, le rende efficaci contro patologie respiratorie, reumatiche, urinarie e dermatologiche.
Il centro termale è dotato di quattro piscine esterne di acqua sulfurea a temperatura costante di 23, 8°C. Si tratta complessivamente di circa 6.000 mq di superficie acquea in cui due piscine, per dimensioni e profondità, sono soprattutto adatte ai bambini, mentre le altre, dotate di cascatelle per idromassaggio naturale, sono più indicate per gli adulti in grado di nuotare.
Secondo i malpensanti nel tempo l'acqua delle piscine non sarebbe più pura, in quanto in passato aveva una consistenza diversa e provocava pizzicore. Ad essere cambiata, in realtà non è l'acqua dal punto di vista chimico, bensì la metodologia di estrazione.
Un tempo avveniva secondo il principio dei vasi comunicanti, in quanto il livello dell'acqua dei laghi era più alto di 70 cm rispetto all'uscita delle piscine. Oggi invece, a causa dei problemi di subsidenza del territorio e del violento emungimento delle cave della zona, vi è stato un importante abbassamento dei laghi, per cui il metodo dei vasi comunicanti non funziona più. L'adduzione avviene attraverso idrovore potenti, che pescano a 45 metri di profondità.
Tutto questo per garantire un ricambio continuo delle acque, visto che servono circa 550 litri al secondo. Queste pompe creano un vortice che stressa l'acqua e le fa perdere il gas (l'H2S, l'acido solfidrico) proprio delle acque sulfuree. Ciò abbatte i rischi dati dalla pericolosità dei gas sulfurei nell'ambiente e fa diminuire la sensazione di pizzicore che un tempo si provava immergendosi nelle piscine.
L'opalescenza dell'acqua è data, invece dallo zolfo che entra in contatto con l'ossigeno creando ossidazione.
Dal punto di vista chimico le caratteristiche delle acque sono rimaste inalterate, come dimostrano i controlli eseguiti settimanalmente dall'Arpa Lazio su 17 punti diversi delle piscine.